Storia

 

Andretta, piccolo centro dell’Alta Irpinia, in provincia di Avellino, è posta a 850 metri sul livello del mare, al margine meridionale dell’altopiano del Formicoso, su uno sperone roccioso da cui domina l’ampia vallata dell’Ofanto; ha una superficie di 43,61 Km2 e dista 70 Km da Avellino.

Alla data del 31 dicembre 2010 risultano residenti  2088 persone di cui 999  uomini e 1080 donne;

Manufatti di industria litica rinvenuti in località Pero Spaccone riferiti al Paleolitico inferiore e reperti fittili di cultura materiale datati dal VI secolo a. C. trovati in superficie dal 1976 in poi nelle contrade di Cervino, Aiafalca, Toppa Schiavi, Pisciolo-Pero Spaccone, San Martino  attestano la ininterrotta presenza e frequentazione umana del territorio e si fanno documento di ricostruzione storica. I materiali fittili rinvenuti appartengono ad un repertorio morfologico destinato per lo più ad uso domestico e sono indicativi di una struttura insediativa con piccoli nuclei abitativi sparsi (vici e ville rustiche) a vocazione agro-pastorale, spesso a carattere familiare ed espressione della cultura sannitico-romana.

Andretta, come nella interpretazione etimologica del suo nome di derivazione greca, è un piccolo borgo fortificato alla fine della guerra greco-gotica, ( metà VI secolo d.C.), nella riorganizzazione bizantina di un sistema strategico-difensivo e di controllo del territorio che poneva in Conza l’ultima barriera all’avanzata dei Longobardi verso Salerno e la Puglia. Alla fine del VI sec. a.C., tuttavia, Conza, fu occupata dai Longobardi e divenne sede di un gastaldato importante nel cui ambito il borgo fortificato di Andretta fu elevato al grado di Castellum. Alla fine del secolo XI Conza fu occupata da Roberto il Guiscardo e nella riorganizzazione dello Stato normanno di carattere feudale, Conza divenne capoluogo di una estesa contea e borghi e castelli furono mutati in Universitates (civium et bonorum); con beneficio di usi civici e di demanio pubblico e la prima fonte scritta che ne attesta l’esistenza e il nome di è un documento di epoca normanna

de­­­­ll­­’anno 1124.

Andretta è appartenuta a diversi feudatari:  Gilberto di Balvano,  Folleville (1140-1259); de Monticolo (1259-1268); de Poncels (1269-1310): de Aprano (1310-1342); Zurolo (1342-1426); Caracciolo (1426-1622: Carafa (1623-1631);  conti e dal 1729 principi Imperiale (1677-1805). Il borgo fortificato, prima e originaria struttura insediativa entro le mura, ancora per tutto il XVII sec. negli atti notarili viene indicato   come “cittadella”.

Andretta è presente nei moti per la libertà e l’indipendenza nazionale; nella congiure giacobine del 1749 e del 1799 con il sacerdote don Vincenzo Di Guglielmo e alcuni membri delle famiglie più in vista del paese : Mauro, Arace, Tedesco, Franza e Iannelli; con il maggiore Amato Alvino ed esponenti  delle famiglie Miele e Girardi nei moti carbonari del 1820 e ancora Alvino e Miele nei moti de 1848. Fra tutti è da segnalare la figura dell’arciprete Antonio Miele, coinvolto e condannato nel processo dei 42  della setta dell’Unità Italiana. Tra gli andrettesi illustri vanno ricordati: il servo di Dio padre Agostino Arace ( 1718-1764); l’abate del Goleto don Pascasio de Annicchio (sec.XVIII); il vescovo Angelo Maria Scanzano (1776-1849); il patriota arc. Antonio Miele (1813-1863); il ministro Francesco Tedesco (1853-121); mons. Angelo Acocella (1866-1933): l’ematologo prof. Giovanni Di Guglielmo (1886-1961).      

Di interesse storico-ambientale sono i rioni: Castello che, nelle strette e ripide strade che portano all’antico castellum di cui restano poche tracce, conserva in parte il suo aspetto medioevale; Codacchio  San Nicola, tratto ancora entro le mura, rione della prima espansione in direzione est-ovest;  Monti-Calvario, all’estremità est del paese e S.Pietro a nord-est.

 

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